ELINA DUNI

Elina Duni è tra le voci più intense della nuova scena musicale europea, una giovane cantante in viaggio fra sonorità della tradizione albanese, kosovara e del meridione italiano.
La sua voce ci ipnotizza con antiche canzoni albanesi interpretate in chiave jazz, grazie alla sua superba voce e alla grande intensità dei suoi musicisti. La musica è soffice, intimamente meditativa e appassionata. Con uno guardo alle proprie radici, ma da un punto di vista attuale.
La sua conoscenza del jazz vocale entra in una comunione sensuale e vibrante, con un amore non negoziabile delle tradizioni musicali secolari del suo paese natale, l’Albania. Il risultato è da mozzare il fiato. La sua voce-strumento è assolutamente naturale, libera e lontana dagli svolazzi glamour così alla moda in questi tempi. Il canto di Elina è una carezza, ma tutt’altro che evanescente: è una voce intensa e struggente, raffinata eppure viscerale.

Nata a Tirana, arriva in Svizzera bambina e negli anni della formazione si avvicina alla musica. Nel corso del tempo, elabora un suo personale percorso alla guida del suo quartetto con Colin Vallon, Patrice Moret e Norbert Pfammatter, in un album struggente come “Matane Malit”. In seguito ha pubblicato un l’album solo “Partir” (sempre con la prestigiosa etichetta ECM). Swiss Prize nel 2017 in cui Elina canta in 9 lingue diverse attingendo al repertorio tradizionale di Albania, Kosovo e Armenia e Sud Italia, ma anche composizioni originali e cover di Serge Gainsbourg, Nina Simone, Billie Holliday, e sviluppa la sua personale ricerca espressiva grazie alla fusione delle melodie della tradizione con sonorità jazz.

A differenza del precedente “Partir”, il nuovo album “Lost Ships” vede Elina Duni collaborare con il chitarrista inglese Rob Luft, oltre che con Fred Thomas al piano e Matthieu Michel al flicorno
Questo progetto di canzoni d’amore ed esilio ha preso slancio dal 2017, quando la cantante albanese-svizzera e il chitarrista britannico hanno iniziato la loro collaborazione. La crisi migratoria, un tema esplorato nell’album Partir di Elina, è di nuovo una questione centrale, quindi anche ecologica. Il materiale è tratto da molte fonti: “Ci sono canzoni che toccano influenze del passato, con il suono dell’Albania e il folklore mediterraneo sempre presenti. Volevamo esplorare anche altre radici musicali: ballate jazz senza tempo, canzoni francesi, canzoni popolari americane…” Quella che era iniziata come una sorta di versione migliorata del progetto solista Partir di Duni, con Luft che espande il mondo sonoro atmosferico delle canzoni con elettronica ed effetti, si è sviluppato in una partnership in cui i parametri musicali sono stabiliti da entrambi gli artisti, con la chitarra spesso seconda voce.

“Questo è un album sui problemi contemporanei che tutti noi dobbiamo affrontare: la tragica storia della crisi migratoria in Europa e inoltre, l’imminente fallout ecologico dovuto alla distruzione della natura. E’ anche un album sui luoghi in cui siamo stati e amato, luoghi che non esistono più o continuano ad esistere solo come un frammento della nostra immaginazione. Ci sono canzoni che toccano influenze del passato, con il suono dell’Albania e il folklore mediterraneo sempre presenti. Abbiamo voluto esplorare anche altre radici musicali: ballate jazz senza tempo, canzoni francesi, canzoni popolari americane… Accanto alla severità che si trova in molti di questi brani, c’è una leggerezza che pervade tutto e crediamo che questa luce possa, e farà, eclissare questi tempi difficili. In ogni lacrima c’è una luce che sorge.” (Elina Duni e Rob Luft)

Un esperto di jazz, Konrad Heidkamp, ha scritto una recensione del suo primo disco dicendo di che “la poesia non ha paese”, alludendo al modo in cui Elina ha unito la sua cultura d’origine con il jazz. D’altro canto il jazz è la musica di coloro che sono in esilio, è una forma di espressione in cui la musica occidentale incontra il blues e la musica che viene dall’Africa. Il jazz dunque è un luogo di incontro, è per definizione un miscuglio. Il jazz, inoltre è una musica intrinsecamente innovativa, perché prescrive l’improvvisazione ed è l’improvvisazione che genera il rinnovamento. Permette la ricerca di nuove soluzioni, spinge ad uscire dagli schemi rigidi. Si può quindi affermare che per Elina il jazz non è uno stile, ma un modo di concepire la musica.

> Progetti disponibili
Duo: Elina Duni (voce), Rob Luft (chitarra).
Quartetto: Elina Duni (voce), Rob Luft (chitarra), Fred Thomas (piano, percussioni), Matthieu Michel (flicorno).

> Press

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