Musiche di Ernst Reijseger per il cinema di Werner Herzog
Musiche di Ernst Reijseger per il cinema di Werner Herzog
La musica ha sempre avuto un ruolo centrale nell’arte di Werner Herzog. Non è mai stata un’aggiunta bensì sempre parte integrante di ogni sua creazione, ma nei suoi più recenti film, Herzog la usa per un passo ulteriore: “Voglio usare l’immaginazione ed il suono in un modo che non avete mai incontrato prima” così scrisse all’inizio della produzione del suo film “The Wild Blue Yonder”, in cui alcuni spettacolari filmati della Nasa si fondono con riprese degli abissi sotto la calotta antartica, in un meccanismo di sospensione sempre magico e conturbante.
In questa sua ricerca, Herzog ha avuto come compagno e fido collaboratore, il violoncellista olandese Ernst Reijseger, che ha composto, le musiche di tutti i suoi ultimi film negli ultimi 17 anni: “The White Diamond”, “My Son My Son, What Have You Done”, “Cave of Forgoten Dreams”, “Salt and Fire”, Family Romance”, “Nomad: In the Footsteps of Bruce Chatwin”, fino all’ultimo “The Fire Within: A Requiem for Katia and Maurice Kraff”. Questo concerto vuole ricreare dal vivo la magica atmosfera del cinema di Werner Herzog, attraverso l’esecuzione dal vivo delle musiche e la proiezione di un montaggio di immagini tratte da questi film.
Lo spettatore/ascoltatore assiste all’amalgama di elementi musicali geograficamente lontani, che nella prospettiva nuova della loro unione cancellano le distanze geografiche, ripercorrendo la strada a ritroso fino a lasciar trapelare la loro origine comune. Per fare esperienza del linguaggio di Herzog lasciarsi disorientare è consigliato. Si possono scoprire luoghi mai visti, soltanto lasciandosi guidare nella variazione dello sguardo in nuove prospettive. In fondo è questo il grande potere del cinema.
Le musiche sono eseguite da un ensemble ugualmente strabiliante, in cui si miscelano il violoncello dell’olandese Ernst Reijseger (compositore di tutto il materiale), la voce del senegalese Mola Sylla, il piano di Harmen Fraanje e le polifonie del gruppo Tenore e Concordu di Orosei, cinque cantanti tradizionali sardi. L’effetto finale è quello di una trance fuori dal tempo e dallo spazio, l’intreccio virtuoso e ipnotico di ingredienti per un’audace coesione tra nord e sud del mondo, tra il jazz d’avanguardia e il patrimonio delle radici più lontane, per un risultato che lascia esterrefatti.
La maggior parte dei pezzi di questo album sono state influenzate da composizioni originariamente scritte per riti religiosi, per ringraziare un potere divino, per parlare della tragedia e del senso di colpa degli esseri umani nella loro fede in Dio. Ma questa musica religiosa non resta senza un commento. Ernst Reijseger la sa adattare a nuovi suoni, ritmi e testi, per farne un Requiem, ma non di morte, bensì una musica dedicata a questo meraviglioso pianeta e alla bellezza della vita che potrebbe essere celeste se non esistessero le religioni.
“Requiem for a Dying Planet” Cine-Concert
Liberame Domine, Live in Ravenna Festival
Santus, live in Ravenna Festival
The Wild Blue Yonder (2005) Trailer
